sabato 23 gennaio 2010

Workcamp 2009 - il mio 17° campo!

Ciao a tutti,
voglio inziare il lavoro sulla valutazione del Workcamp 2009 in Romania con la mia esperienza personale.
Per me è stato il DICIASETTESIMO campo!

Su un piano personale ed emotivo:
Soprattutto mi sono reso conto di come si possa continuare a fare del bene, anche con cose piccole - ma continuando anno dopo anno a incontrare persone, organizzare il lavoro, formare un gruppo di volontari, incontrare i bambini...
Tutte cose che ho fatto tante volte, ma sono stato colpito da come ripetendo cose ormai consuete, ne esca ogni volta un bene nuovo.

Su un piano tecnico:
Le nostre attività sono dei micro-progetti, ma sono ottime per creare conoscenza con la realtà locale e con i collaboratori romeni. Con questi periodi brevi e realizzazioni limitate nel tempo e nelle dimensioni, si creano le basi di progetti continuativi.

A voi la parola!
Dario

14 commenti:

  1. Salve a tutti!

    Per me si è trattata della prima esperienza di volontariato nei confronti di bambini. Ho avuto modo di rendermi conto quanto sia facile far divertire e sorridere anche persone in difficoltà. In effetti la totalità dei ragazzini con cui siamo stati ha problemi sociali molto gravi (abbandonati dai loro cari, emarginati...). Questi hanno bisogno, come ci hanno spiegato i volontari Rumeni, anche unicamente di compagnia: non restare soli.


    Questa esperienza rimarrà a lungo nella mia memoria, speranzoso che si possa ripetere con sempre più compagnia.

    Davide

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  2. Ricorderò per sempre l'esperienza in Romania.
    Ricorderò per sempre gli occhi di quei ragazzi poco piu piccoli di noi volontari,
    piccole lampadine, pronte ad accendersi al solo scorgerci da lontano col pulmino bianco.

    Parlavamo lingue diverse,ma si è instaurata da subito una intesa speciale,che ha permesso a persone prevenienti da mondi lontani, di passare dei momenti indimenticabili, e riscoprire quanto semplici gesti- che spesso giudichiamo banali e diamo per scontati- possano trasmettere forti emozioni, e far star bene.

    Federico Pulvirenti

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  3. Mi associo a quanto detto da Davide circa l'esperienza con i bambini sicuramente formativa per noi ed utile, anche se breve, per loro.
    Per quanto riguarda il lavoro più strettamente manuale devo però consigliare una strategia che, ex ante, individui obbiettivi specifici e concentrati possibilmente in un'unica sede al fine di evitare dispersione e sfruttare al meglio le risorse a disposizione.
    Luciano Luccarelli

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Tre esperienze rumene per me, tutte molto diverse l'una dall'altra.

    Ad accomunare, senza dubbio, quello di cui parla Federico: lo stupore di vedere come si possono creare relazioni semplici, profonde, meravigliose.

    Rispetto alle precedenti esperienze, dell'ultima ho approfondito un aspetto nuovo: il rapporto con le nostre controparti rumene, ragazzi che lavorano duramente (non per un breve periodo estivo, come noi) per offrire, con l'affetto, l'esempio, l'educazione e la professionalita', l'opportunita' che certamente non avrebbero, quella di avere una vita che noi consideriamo normale.

    Infine, un plauso all'abnegazione e all'impegno che Dario profonde in tutto questo da 17 (ormai 18) anni!

    Manuel Ficial

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  6. Esperienza stupenda e scuola di vita.
    Non servono molte parole.
    Vi dico solo che mi hanno accolto con più amore, gioia e stupore i bambini rumeni all'inizio di ogni giornata per il nostro servizio presso i centri che mia sorella quando sono tornato dalla Romania dopo due settimane!
    Nicolò

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  7. Ciao, ho letto i vostri commenti ... e Dedè dove è finito? E Stefano è ancora in camera a dormire? Questo blog assomiglia al Workcamp, positivo.

    Rilancio per approfondire il discorso:
    - sull'esperienza relazionale: credo anche io che il contatto breve con i bambini e ragzzi che abbiamo frequentato sia stato utile a noi e loro.
    1a DOMANDA: BASTA fare un intervento che dura due settimane?
    Una RISPOSTA: Vali con il centro sf. Andrei sta continuando ad operare e vedre i nostri amici. Quindi essere stati lì ci da la conoscenza della situazione e delle persone, e dovremmo essere motivati a sostenere il progetto a distanza. Stefano si è fatto avanti attorno a natale per fare sostegno a favore di Andrei.
    2a DOMANDA: chi vuole continuare a sostenere - impeganrsi per fare fund raising, ecc.? La Romania ti segue a casa in Italia ...
    Dario

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  8. Continuo ad approfondire, a LUCIANO e tutti comunque:
    - sul lavoro materiale: commento gradito. Ogni anno l'organizzazione dei lavori è uno degli aspetti complessi. Sinceramente però quest'anno mi è parso il lavoro fosse piuttosto circoscritto. Secondo te cosa nn funzionava?

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  9. A NICCOLO':
    Se non ti scandalizzi, anche a me capita TALVOLTA che le persone in Romania mi salutino con più affetto di altri a casa mia. Però la lezione dovrebbe essere sempre quella:
    - rendersi conto che anche io faccio così con loro;
    - cercare di iniziare a dare io del mio meglio.

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  10. Ciao a tutti!
    nel 2005 ho scoperto questo "fantastico mondo della Romania" e me ne sono innamorata! da allora non mi lascio scappare l'occasione di partecipare ai campi estivi.
    Mi ritrovo in molte parole e ricordi scritti da voi, l'esperienza in Romania mi ha aperto occhi, cuore e mente. Tra i sentimenti maggiori ricordo la rabbia, il senso di ingiustizia ma la gioa al passare le mie giornate con i bambini romeni!

    Difficile chiedersi se BASTA una presenza di 2 settimane e basta. Tante domande dietro a questo comportamento, una che mi tormenta da sempre: finite le 2 settimane io me ne torno in Italia circondata da amici e affetto.. ma questi bambini? Stando 2 settimane lì, faccio sentire loro tutto il bene che posso dare e poi?! Ripiombano nella solutidine e "monotonia" delle loro giornate. Se mi fermassi a pensare a questo mi vedrei solo come "egoista", fino a qui il bene e l'utilità dell'esperienza andrebbero solo in tasca a me.
    Invece, anche se dietro a queste domande, la mia risposta è: Sì, ha senso comunque. Ha senso perchè, in quel poco tempo, loro sentono di essere PER ME le persone più importanti. Ha senso perchè nel mio piccolo posso far trascorrere dei momenti sereni a quei bambini.
    E poi ha senso perchè siamo inseriti in una rete: le mie due settimane, sommate a tutte le vostre... beh, formano un buon range di tempo!

    Certo è che non sono d'accordo con il spostarsi ogni giorno da un posto all'altro. Non tanto per sfruttare meglio le risorse.. ma perchè il nostro essere lì sia fonte di nascita di una RELAZIONE con i bambini, relazione che crei con la contnuità, non con la visita e basta.
    Ecco perchè dal 2005 chiedo di essere presente sempre nello stesso posto. Ormai quando entro dalla porta non esiste più il "Cum te chiama?" ma il "Salut Greta!"... e questo riempie il cuore di gioia.

    Forse mi sono persa tra i miei pensieri.. ma bello leggere anche le vostre esperienze! Grazie.
    greta

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  11. Del punto de vista spirituale credo che queste attività aiutino molti ai ragazzi. Così approfittano il tempo delle vacanze per fare del bene agli altri più bisognosi, si arricchiscono tanto spiritualmente come umanamente.
    Vedendo le situazioni degli altri è facile aprire le orizzonti, rendersi conto che molti problemi che abbiamo, in realtà, non sono niente in paragone con le situazione degli altri. L'incontro di culture è anche molto proficuo:
    Vedendo i rumeni nelle loro paesi è più facile capirgli quando gli troviamo al di fuori del loro paesi. Il fenomeno è valido anche alla rovescia, vedendo gli italiani disponibili a fare del bene nelle loro vacanze aiuta
    molto ai rumeni che imparano della generosità dei ragazzi.

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  12. E da tre anni che passo parte delle mie vacanze estive in romania..
    Sono sicuramente d'accordo con tanto di quel che già e stato detto. Credo che la domanda di tutti sia se "basta" il tempo che impieghiamo durante l'anno per cambiare davvero le cose..e la risposta che mi sono data è che non basta!
    Non basta ne a me ne a loro andare la ed esserci per un mese o per il tempo che è, perchè è parte della mia vita, e non è la mia vita nella sua interezza che io scelgo di impiegare li, ma è quanto mi è possibile fare e in qualche modo "deve bastare". E' però sicuramente qualcosa di buono, che fa bene e fa del bene. Mai ho messo in dubbio il senso che questo nostro offrire del tempo , e sono fermamente convinta che quello che ci è dato la possibilità di fare DOBBIAMO farlo, anche se concretamente è poco. L'aspetto profondo che ha caratterizzato questi tre anni è certamente l'aspetto relazionale. Creare relazioni durature che continuino oltre il tempo che noi siamo li fisicamente..la scommessa credo sia questa..ed è realmente possibile! La relazione che si crea con i bambini, con i genitori o con le istituzioni non si ferma al tempo in cui noi siamo in romania fisicamente presenti, la scommessa è mantenerle!
    Grazie perchè è bello condividere le proprie esperienze!
    Laura

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  13. salut la toti!!!
    sono fresca fresca di romania!!!che bello trovarvi qui in tanti!!!
    è da 5 o 6 anni che trascorro l'estate in romania e ogni tanto ci scappa un viaggeto veloce anche negli altri mesi! così, insieme ad altri amici, dieci giorni fa siamo tornati a trovare quei copii che ormai sentiamo parte di noi, ci siamo addomesticati a vicenda e abbiamo costruito davvero una relazione! tant'è che ci siamo ritrovati a spiegare(parlando un po' romeno)alle persone stupite che ci chiedevano cosa andassimo a fare in quel posto sperduto e abbandonato a se stesso che noi andavamo a trovare dei nostri amici, perchè è questo che sono, non sono più solo dei bellissimi sporchissimi poveretti bambini, ma ogni volto ha un nome, e tutta la storia che questo comporta, per loro noi non siamo più solo i volontari italiani, ma come diceva greta, ti chiamano per nome e vedono al di là della nostra ricchezza... insomma ormai ci siamo fregati con le nostre mani!!!riusciremo mai a staccarci dalla romania???
    i campi estivi sono un tocca sana per volontari, animatori, bambini, insomma per tutti..credo che sentirsi compagni di sogni e mettersi in gioco fino in fondo faccia crescere e conoscere meglio se stessi, però anche a me tormenta un po' il fatto di rimanere poco, poi ripartire. credo che i campi abbiano il loro senso e anche utilità, credo che la romania mi accompagni anche qui a casa ogni giorno, perchè è impossibile guardare il mondo con gli occhi di prima. però ora più che mai mi interroga molto il fatto che forse, se ci fosse qualcuno lì sempre, a mostrare a bambini, ragazzi e ragazze, che loro valgono, che possono sognare, che è possibile uscire da una situazione difficile in un modo più "sano" che migrare in italia e finire in strada, in brutti giri,... quando incontro una ragazza, un senza fissa dimora, qualcuno romeno e finito male in italia mi domando se per loro faccio abbastanza, quante ragazze ho già visto sparire dal di là per non ritrovarle più di qua???per loro faccio abbastanza?????a cosa serve il campo a loro o ai bambini di oggi fra qualche anno se è così che andrà???

    beh spero di non avervi annoiata troppo, ma essendo così vicino il ritorno da una romania innevata, mi sento davvero piena di provocazioni che volevo condividere con voi!
    multumesc!!!
    ester

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  14. 2-17 agosto 2009...prima esperienza in Romania, primo campo con gli amici della Papa Giovanni...esperienza indimenticabile! Ancora oggi, se chiudo gli occhi, riesco a sentire le sensazioni, gli odori, i rumori di Bucarest...e l'immagine e i nomi dei bimbi della mia "casuzza" mi accompagnano costantamente. Un'esperienza poliedrica, perché non si tratta di fare semplicemente il volontario per due settimane...c'è molto di più...l'incontro con un altro paese e una cultura della quale tutti conosciamo lo stereotipo propinato dai media, l'incontro con una realtà di profonda ingiustizia, l'incontro con la gratuità dell'amore dei bambini e dei ragazzi, l'incontro con se stessi, con le proprie emozioni e con le proprie difficoltà...e l'incontro con la propria spiritualità. Senza dimenticare l'esperienza di profonda amicizia con tutti i "fratelli" del campo, attraverso la condivisione della propria quotidianità e l'immancabile consumazione dei "fornetti" alla fermata dell'autobus dopo 2 ore di giochi sotto il sole! Sono convinta che andare a Bucarest sia soprattutto un modo per salvare se stessi, per ritrovare la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie, per farsi provocare dall'incontro con l'altro. Non serve certe a salvare il mondo, ma forse, anche se per qualche giorno, siamo riusciti a dare una piccola speranza a quei bambini che un domani, da adulti, forse si ricorderanno di noi, e avranno la forza di lottare per un'esistenza più giusta.

    Ciao a tutti...e grazie a tutti quelli che hanno condiviso con me questa esperienza: saranno per sempre nel mio cuore!

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